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L’aperitivo dall’inizio… alla fine

Di solito si inizia con l’aperitivo. Come sai, noi finiremo la nostra Fiera dei doni del mare con un aperitivo.

E, a proposito di inizio, dove e come inizia la storia dell’aperitivo?

 

I primi aperitivi

1786: per la prima volta nel mondo viene servito un aperitivo, a Torino, in una bottega sotto i portici della centralissima Piazza Castello. Si tratta di un vino aromatizzato ottenuto con infuso di erbe e spezie, realizzato e prodotto da Antonio Benedetto Càrpano.

Da allora, il Vermouth è diventato l’aperitivo per antonomasia e uno dei simboli della città di Torino, e di tutto il Piemonte. Col tempo, la piacevole abitudine di anticipare la cena sorseggiando l’aperitivo si estende al resto dell’Italia che, a quei tempi, era ancora lontana dall’essere un’unica repubblica, ma iniziava a trovare un punto di contatto attraverso questo nuovo prodotto.

Al vermouth si uniscono, via via, nuove creazioni.

Tra le più famose possiamo ricordare il Negroni, che nasce a Firenze e viene consumato abitualmente dal suo inventore, il conte Camillo Negroni. Egli, durante i suoi tanti viaggi, aveva assaggiato e apprezzato i cocktail anglosassoni e decide di partire dall’Americano, rinforzandolo col gin al posto della soda. È il 1919 quando prende vita uno dei cocktail più diffusi e famosi, ancora oggi, in tutto il mondo.

Qualche decennio dopo, nel 1948, a Venezia, durante l’inaugurazione di una mostra a Palazzo Ducale dedicata all’artista Giovan Battista Bellini, Giuseppe Cipriani, fondatore dell’Harry’s Bar, serve per la prima volta il Bellini, in onore del pittore veneziano. È fresco, semplice e raffinato: champagne e nettare di pesche: un connubio straordinario tra la struttura secca dello champagne e la rotonda dolcezza della pesca.

Già nel 1910, a New York, era stato servito il Dry Martini. Sulla sua nascita ci sono tesi contrastanti che pongono le sue origini addirittura intorno al 1860. La versione più accreditata assegna a un tale signor Martini, originario di Arma di Taggia, la paternità del celebre cocktail, appunto agli inizi del XX secolo, quando fu creato e proposto presso il Knickerbocker Hotel in onore di John D. Rockefeller.

 

Dal cocktail all’apericena

Col passare del tempo, è venuto sempre più in uso accompagnare l’aperitivo con stuzzichini, tanto da arrivare a identificare con la parola “aperitivo” sia ciò che si beve sia ciò che si mangia, e trasformando questo momento in un appuntamento conviviale sempre più strutturato e importante, sino a diventare un vero e proprio surrogato della cena e acquisire il nuovo nome di “apericena”, un po’ sulla scia dell’americano brunch, che è un po’ breakfast e un po’ lunch.

Ma è proprio vero che l’apericena è così giovane?

Per trovare gli avi di questa moderna abitudine, dobbiamo tornare nuovamente in Piemonte in cui, già nel 1859, il dizionario piemontese-italiano definisce la merenda sinoira come “il mangiare tra il desinare e la cena”.

Cosa significa merenda sinoira? Sinoira deriva da sin-a (termine pronunciato con una “n” un po’ nasale e leggermente trattenuta), che in piemontese significa cena. L’origine, come spesso accade per la cucina tradizionale, è contadina. Nei campi si portavano in un tovagliolo pane, formaggio e salumi da consumare nel tardo pomeriggio insieme a un buon bicchiere di vino rosso.

 

Il significato dell’aperitivo

Che si tratti di un appuntamento veloce, gustato in piedi accanto al bancone del locale, o che sia un momento più strutturato, vissuto con lentezza in un elegante salotto, piuttosto che in un chiassoso e vivace locale, l’aperitivo ha comunque rappresentato, da sempre, l’occasione per ritrovarsi e condividere momenti conviviali in cui raccontarsi le esperienze vissute durante il giorno, oppure per unirsi nell’assaporare un momento importante ed esclusivo di una comunità.

L’aperitivo è sempre stato, perciò, sinonimo di relazione, di festa, di incontro e condivisione.

Anche noi abbiamo scelto di incontrarci per un aperitivo, al termine della Fiera dei doni del mare, per mettere in comune le esperienze vissute durante tutto il weekend, per raccontarci le nostre idee e le nostre realtà professionali, per scambiare punti di vista e far nascere relazioni professionali che possono portare nuove e proficue possibilità di future collaborazioni.

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