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Il valore aggiunto della fiducia

“Fidati di me”. “Di lui ci si può fidare”. “Non so perché, ma di quello non mi fido”.

Quante volte abbiamo sentito frasi del genere? Oppure le abbiamo pronunciate o pensate noi stessi?

La fiducia è qualcosa di molto semplice e naturale, eppure di estremamente complesso e intangibile.

 

Fidarsi significa rischiare

In molti casi, ad esempio nel mondo delle banche, da sempre si lavora nell’utopistico e patetico tentativo di concedere un fido (cioè concedere fiducia) quantificando il margine di rischio che, almeno nel desiderio di chi deve prendere le decisioni, dovrebbe essere pari a 0.

Parlare di fiducia a rischio zero è un ossimoro, cioè una contraddizione in termini, in quanto il presupposto indispensabile della fiducia, cioè la qualità che annette significato e senso alla parola stessa, è che vi sia un atto di fede (è da questo termine che deriva la parola fiducia) verso la persona alla quale viene accordata.

La fiducia che non prevede rischio non è fiducia; è constatazione dei fatti.

 

Fidarsi è naturale, o almeno lo era

Nonostante accordare fiducia faccia così tanta paura, è un’attività alla quale ci siamo abituati nei primi momenti della nostra vita. Noi nasciamo assolutamente incapaci di sopravvivere da soli; dalle prime ore di vita abbiamo bisogno di affidarci a qualcun altro che si adopera per farci mangiare, per coprirci, per proteggerci. Da soli, moriremmo nel giro di poche ore. La nostra vita si basa sulla fiducia.

La fiducia – che in modo così naturale, accompagna la nostra esistenza – procedendo nelle nostre esperienze e nella nostra storia, diventa sempre più un elemento accessorio al quale ricorriamo quando proprio non possiamo o non riusciamo a farne a meno. Addirittura, spesso, il fatto di dare fiducia agli altri viene interpretato come sintomo di stoltezza e dabbenaggine.

Se queste considerazioni valgono nella vita quotidiana, acquistano ancora più forza nel mondo del lavoro.

“Non fidarti di nessuno” sembra essere il primo comandamento di un decalogo mai scritto a favore di chiunque voglia avere una posizione di prestigio all’interno di un’impresa.

Così, come è considerato sciocco e pericoloso fidarsi di qualcuno, alla stessa maniera, per molti individui è abbastanza inquietante rendersi conto che qualcuno si fida ciecamente di loro. Sì, perché la fiducia crea responsabilità, chiama a raccolta principi e valori; obbliga a guardarsi allo specchio e a fare i conti con se stessi. Perché un conto è tradire chi di noi non si fida; tutt’altra storia è vivere in pace con la coscienza quando sappiamo di aver accoltellato chi ci ha fornito il coltello e poi, tranquillo, ci ha voltato le spalle.

 

Fiducia e senso di responsabilità

Fiducia, perciò, è sinonimo anche di crescita nel nostro senso di responsabilità e nella disponibilità a entrare veramente in relazione con gli altri.

Come può esistere un capo che non gode della fiducia dei suoi collaboratori? Come fare per ottenere la fiducia della nostra squadra? Da dove cominciare?

Come succede in tutte le dinamiche relazionali, anche per quanto riguarda il rapporto di fiducia, possiamo essere noi i promotori di un circolo virtuoso, cominciando a concedere un po’ più di fiducia rispetto a quella che ci è stato insegnato essere la quantità massima accordabile.

Non possiamo decidere in autonomia che le persone si fidino di noi; possiamo soltanto decidere di fidarci noi per primi di chi ci sta intorno.

Quando si inizia a dare fiducia, si hanno delle sorprese positive da persone da cui ci si aspetterebbe un comportamento molto diverso.

Tuttavia, la fiducia non è solo un moto dell’animo; ha delle componenti specifiche che, se sviluppate e allenate, possono aiutarci a diventare persone ad alto potenziale di fiducia.

Nello specifico sono queste quattro qualità:

• integrità

• intento

• capacità

• risultati

Integrità. È la coerenza tra ciò che diciamo e ciò che facciamo. E ciò che facciamo è molto più importante di ciò che diciamo. Una persona che fa quello che dice non ha bisogno di firmare contratti; se ha detto una cosa, la fa. Una persona che non ha intenzione di fare quello che dice può firmare quintali di carta; troverà sicuramente una clausola, un vincolo, una postilla che metteranno in discussione quelle firme e gli obblighi che ne derivano. Se un capo non è sostenuto dalla propria integrità, può fare a meno di allenarsi nelle sue doti di comunicazione o di negoziazione; può risparmiare il tempo dedicato ai corsi di leadership. Nessuno si fiderà mai di lui. Forse i collaboratori gli ubbidiranno, per rispetto verso la gerarchia o per paura, forse porteranno anche dei risultati, ma non si fideranno mai di lui. Quel capo può pensare: “In fondo, che importanza ha che i miei collaboratori si fidino di me? L’importante è che facciano ciò che viene detto loro di fare e che portino a casa i risultati”. Il fatto è che le persone che non si fidano del loro capo, sono persone di cui è meglio che quel capo non si fidi. Sono persone che non lo stimano e non lo amano; persone che, se capiterà l’occasione, gli restituiranno ciò che egli ha dato loro: disprezzo, sospetto e relazioni utilitaristiche.

E queste relazioni non sono quelle che portano alla creazione di valore.

Intento. È lo scopo delle nostre scelte e delle nostre azioni. Operare per il bene nostro e altrui è un passo importante verso la fiducia. Nella vita si sbaglia, e quando si sbaglia può capitare di portare danno a qualcuno. Ma se gli altri possono trovare nelle azioni (anche se sbagliate) un intento positivo, la fiducia non viene minata. Almeno non immediatamente. È chiaro che l’intento da solo non è sufficiente. È necessaria la…

Capacità. È l’insieme delle conoscenze, delle competenze, delle esperienze, del talento, della volontà, dell’impegno, della cura e dell’attenzione. Il solo intento senza la capacità è destinato a far naufragare la fiducia. Tuttavia, la capacità senza etica può diventare un’arma letale.

Risultati. Specialmente in ambito professionale, i risultati parlano della nostra storia e di cosa siamo stati capaci di fare fino ad oggi. È sicuramente un buon ingrediente per la fiducia, ma non è indispensabile. Affinché una storia possa arrivare a un punto interessante e appassionante, deve poter iniziare. E per poter iniziare, qualcuno deve dare fiducia accontentandosi di ciò che vede in quel momento, con una mancanza di risultati pregressi. In caso contrario, il mondo sarà destinato alla sua autodistruzione, affidato totalmente a mani vecchie e stanche, anche se con una storia di grande prestigio.

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