Elena Barachini, trainer e nature coach, ci invita a vivere un evento di formazione attraverso l’immersione nella macchia mediterranea. Vogliamo conoscere qualcosa in più di lei e dell’esperienza che ci propone.
Elena, tu sei una nature coach; cosa significa in concreto, e cosa ti ha portato a intraprendere questo percorso che, immagino, pervada la tua vita professionale quanto quella personale?
Il mio percorso di studio e formazione si è da sempre intrecciato con quello lavorativo, in uno scambio di stimoli e nuove competenze, anche tra loro apparentemente molto distanti, permettendomi di scoprire, grazie a questo connubio, un modello di crescita personale e professionale molto arricchente.
Nata in primavera, figlia di due genitori che mi hanno portato sin da bambina in natura, ho accolto la loro passione facendola mia e scegliendo negli anni di laurearmi in Scienze Forestali presso l’università degli studi di Firenze, diventare Guida Ambientale Escursionistica AIGAE e anche Nature Coach presso The Nature Coaching Academy.
Essere Nature Coach significa “facilitare la connessione della persona con se stessa attraverso la connessione con l’ambiente naturale”.
L’esperienza vissuta a contatto con la terra, l’acqua, il cielo, e attraverso l’uso costante della metafora, diviene il tramite per favorire una scoperta del proprio sé e della propria “natura” attraverso un costante rispecchiamento in grado di attivare continue risorse.
C’è un pubblico di maggiore riferimento per questo tipo di attività, suddiviso per età anagrafica, o per tipo di professione?
Si tratta di un tipo di attività ricolto a chiunque abbia desiderio di sperimentare il proprio legame con la Natura. Non c’è un target che più di un altro si avvicina a queste esperienze.
Immagino che Shinrin-Yoku significhi proprio Bagno di Foresta. Qual è l’origine di questo metodo? E tu, come hai deciso di adottarlo tra le tue modalità di intervento?
Shinrin-Yoku è una parola giapponese coniata da Akiyama Tomohide che indica un insieme di concetti: “entrare in contatto con l’atmosfera della foresta” e “portare dentro di noi la foresta”. La traduzione italiana è Bagno di Foresta proprio per indicare la percezione di sprofondamento sensoriale nell’atmosfera in natura.
Dal 1982, a partire dal Giappone per poi espandersi in tanti altri territori, è iniziata una serie di ricerche per dimostrare l’importanza e i benefici del rapporto con la natura per persone che abitavano in centri molto urbanizzati a contatto con vari tipi di inquinamento, e anche per persone che presentavano diverse patologie mediche. I numerosi dati raccolti nel corso degli anni hanno dimostrato che un’immersione nel bosco porta alcuni tra i seguenti benefici: riduzione della pressione sanguigna, diminuzione dello stress, miglioramento della salute cardiovascolare, abbassamento dei livelli di zucchero nel sangue, stimolazione di concentrazione e memoria, riduzione della depressione, potenziamento del sistema immunitario, aumento della produzione di proteine antitumorali e altri ancora.
Ho deciso di adottarlo nelle mie modalità di intervento perché io in prima persona ne sperimento i benefici. Sentire su di me gli effetti appena raccontati, mi ha spinto a condividere le potenzialità di questo approccio con altre persone. Per questo sono grata della possibilità che ho di farlo.
Quali sono gli obiettivi di questa esperienza?
Più che di obiettivo parlerei della possibilità di darsi un’intenzione e di lasciar succedere, scegliendo di immergersi in un’esperienza di centralità, presenza, attenzione vigile e apertura in natura che si rifaccia alla nostra naturale intelligenza somatica.
L’esperienza viene così veicolata dal “sapere organico”, quel sapere che appartiene al nostro corpo e che si sa orientare nella vita di tutti i giorni.