Perché partire dall’arte per parlare di leadership?
L’arte, attraverso le sue tante forme e modalità espressive, riesce a comunicare un dipinto, una scultura, un brano musicale, una poesia analizzandone lo stile, la tecnica, la capacità creativa dell’autore, e così via. L’arte è qualcosa che dona se stessa agli altri attraverso ciò che esprime e ciò che significa.
Possiamo goderci l’arte accettandola per quello che ci dà, godendone in maniera semplice, come farebbe un bambino, lasciando libere le nostre emozioni e permettendo loro di invaderci e poi emergere dal nostro corpo attraverso le lacrime, i sorrisi, i brividi, la leggerezza e qualsiasi manifestazione concreta di quello di cui ci siamo nutriti.
L’arte può arrivare a noi anche in maniera sottile, quasi impercettibile, scardinando i nostri pensieri, portando nuove intuizioni, illuminando angoli della mente e del cuore in ombra sino a quel momento. Questa è la caratteristica più potente dell’arte. Talvolta basta una parola, la sfumatura di una pennellata, una nota, un’ombra creata dal marmo che sembra vivo… e succede il miracolo. Noi non siamo più gli stessi e il mondo inizia a girare a una velocità diversa, una velocità più in sintonia con noi, una velocità che ci permette di ascoltarci meglio, di vedere di più, di pensare in modo creativo.
Ecco perché l’arte può diventare strumento ispiratore per uno dei ruoli più delicati e impegnativi che possa assumersi una persona: essere leader.
L’arte
Da sempre l’arte ha rappresentato lo strumento attraverso il quale il genere umano ha trovato il modo di esprimere se stesso.
Noi umani siamo molto di più dei nostri corpi, dei nostri pensieri, delle nostre azioni e delle nostre relazioni.
Dentro ognuno di noi c’è un universo infinito che vive e si rinnova costantemente; non si tratta soltanto delle emozioni: è l’arte, indipendentemente dal fatto che noi siamo artisti, o appassionati d’arte, o esperti d’arte, o assolutamente insensibili all’arte.
L’arte ci parla costantemente, anche se non siamo mai in contatto con lei; l’arte ci ascolta e ci muove, e si muove al nostro interno, ci nutre e si nutre di noi.
È proprio questo continuo passaggio osmotico tra noi e l’arte che rende ognuno di noi un figlio dell’arte e, contemporaneamente, un creatore di arte.
Si potrebbe pensare che questo ragionamento valga soltanto per qualcuno, per chi ama e vive l’arte con consapevolezza.
Avete un colore preferito? C’è un suono della natura che riesce a rilassarvi? C’è un materiale che, più di un altro, amate “sentire”? preferite la pietra o il marmo? Trovate più gradevole passare una mano sul velluto o su una lana spessa?
Questo c’entra con l’arte? Forse nulla. È comunque un richiamo a questa nostra straordinaria e misteriosa capacità di entrare in contatto con ciò che parla a una parte sconosciuta di noi, anche se non siamo artisti, anche se non abbiamo mai studiato storia dell’arte.
La leadership
Dove sta un leader?
Spesso vediamo quelle immagini che, con un semplice disegno stilizzato, mostrano la differenza tra un manager e un leader. In quelle rappresentazioni grafiche, il manager è posto dietro alla sua squadra e la incita a proseguire verso l’obiettivo; il leader invece è rappresentato davanti alla squadra per guidarla lungo il cammino.
La differenza non è così semplice. E forse sarebbe anche ora di smettere questo gioco del “trova le differenze”.
Il manager fa un lavoro, il leader è.
Un leader può fare il manager, ma può fare anche il panettiere, o il sarto, o l’operaio, o il medico, o il cantante.
Eppure a nessuno viene in mente di chiedersi qual è la differenza tra un leader e un cantante, o tra un leader e un panettiere.
Dove sta un leader? Non c’è una sola posizione in cui deve stare un leader. Può stare davanti alla squadra e guidarla, mettere per primo il piede sul sentiero per essere sicuro che il percorso sia sicuro. Il leader può essere l’ultimo della squadra per osservare, per capire, per comprendere come la squadra vive e interagisce, quali dinamiche si creano, che aria si respira. Il leader può stare di fronte alla squadra, per guardare le persone negli occhi, parlare con loro, ascoltarle e provare empatia, e anche per proteggere loro le spalle. Il leader può stare a fianco di ogni persona della squadra e capire con questa le esperienze che vive, le difficoltà che incontra, le tensioni a cui è sottoposta. Il leader può sorvolare la squadra per avere orizzonti più ampi e poter fare strategie.
Essere leader significa saper cambiare costantemente punto di vista; mettersi in discussione; non dare nulla per scontato; aver sempre voglia di imparare e di migliorarsi; non accontentarsi del bene e cercare il meglio, per sé e per gli altri; non cercare la perfezione, e tendere invece all’eccellenza.
Per essere leader bisogna essere ispirati. Bisogna essere artisti.
Dall’arte alla leadership
Entrare in contatto con l’arte e riuscire a respirarla, a sentirla, a farsene contaminare è una straordinaria esperienza di vita e di crescita; quindi è un meraviglioso allenamento alla leadership.
Se sei interessato ad approfondire questo argomento e scoprire in anteprima cosa stiamo progettando per te che sei un leader, puoi contattarci direttamente a info@modusmaris.eu