Susanna è trainer, coach e consulente all’interno del grande universo delle Risorse Umane.
Susanna, qual è l’aspetto che più ti entusiasma della tua professione? E dopo, Susanna, tolti i panni della professionista, per cosa si entusiasma?
Le persone: quello che rende ricco e sempre nuovo il mio lavoro sono le persone. Ogni volta che seguo un gruppo in formazione, ad esempio, anche se magari il contenuto di cui parliamo è lo stesso di qualche altro corso, è come se fosse sempre nuovo; le persone che incontri in aula arricchiscono con le loro esperienze quello che vuoi trasmettere, condividono emozioni, portano pezzi di vita, del loro lavoro e di sé in un confronto da cui, spesso, ho l’impressione di imparare più io che non il contrario.
Nella vita extraprofessionale mi piace tornare a “fare la mamma”: i miei figli ormai sono abbastanza grandi per non avere molto bisogno di me, mi piace comunque l’idea di potermi occupare di piccole cose che li fanno contenti, che sia cucinare un piatto particolare piuttosto che una torta per la colazione, oppure uscire con loro per una passeggiata. L’altra cosa che mi carica di energia è ritagliarmi qualche ora per fare un po’ di sport… non fraintendere, non sono una sportiva, anzi, sono abbastanza una frana, ma quando riesco a praticare qualche ora di yoga alla settimana sto molto meglio.
Assessment individuale e assessment di gruppo: quali sono i punti di convergenza e quali quelli di divergenza?
Quello che sicuramente accomuna queste due forme di assessment è l’obiettivo: entrambe sono orientate a predire una performance futura. Quello che cambia è il focus.
Negli assessment individuali, finalizzati a verificare la qualità professionale attuale o potenziale dei singoli rispetto a un ruolo, si parte dal presupposto che una persona valida e collaborativa opererà comunque bene, a prescindere dai colleghi con cui si troverà a collaborare; nell’assessment di team la prospettiva viene completamente cambiata: è il gruppo specifico di persone che agirà da potenziatore o depotenziatore delle qualità dei singoli. Non è un vero rovesciamento, perché la caratteristica individuale rimane comunque in gioco, ma il suo valore si relativizza e diventa uno dei due “poli” dinamici che influenzano la performance.
Quali sono i risultati che un’azienda può attendersi da ciascuno dei due tipi di assessment?
Grazie all’assessment individuale, quello più “classico”, è possibile individuare le competenze già presenti nella persona che, per qualche motivo, non sono state visibili nell’attività professionale che sta svolgendo in quel momento (ad esempio perché il ruolo attuale non ne ha richiesto un utilizzo diretto). Questa metodologia, inoltre, fornisce elementi utili a identificare le aree di miglioramento della persona, cioè le competenze non ancora sufficientemente mature in relazione al livello di responsabilità ricoperto e / o della complessità delle sfide da affrontare.
Tutte queste informazioni sono fondamentali per un’azienda per definire piani di sviluppo e di crescita, progetti di formazione realmente tarati sulle necessità dei collaboratori, e così via.
Con l’assessment di team, in aggiunta ai dati che si raccolgono con quello individuale, è possibile analizzare come le competenze dei singoli alimentano (o non alimentano) i risultati del gruppo. In particolare, è possibile “leggere” il clima del team e comprendere su cosa si basa la capacità della squadra nell’affrontare obiettivi e ostacoli. Emergono inoltre informazioni relative alla necessità di rafforzare specifiche competenze di alcuni membri del team perché funzionali all’equilibrio del team stesso (ogni gruppo è diverso dall’altro e ogni persona “gioca” le proprie competenze in modo diverso a seconda del contesto in cui si trova) oppure di acquisire nuove competenze dall’esterno del team, con l’introduzione di nuovi membri. È possibile infine osservare la presenza di dinamiche interne virtuose o distruttive, dipendenti dalla specifica “combinazione” delle singolarità in gioco.
Quali sono gli obiettivi del tuo workshop?
L’idea è presentare la metodologia dell’assessment di team ripercorrendone i vari passaggi: dalla definizione delle competenze che il team deve possedere per considerarsi efficace ed efficiente, alla scelta delle prove, alla struttura di un potenziale progetto fino alla definizione del profilo finale del team oggetto di osservazione.
A chi consiglieresti di cogliere l’occasione di vivere l’esperienza di Dall’assessment individuale all’assessment di gruppo?
Credo possa essere interessante soprattutto per chi opera in ambito Risorse Umane e, perché no, per qualche “curioso” interessato a capire quali metodologie e strumenti si stanno studiando e applicando all’interno delle imprese.